Siate voce di chi non ha voce. Le parole di Alex Zanotelli ci risuonano in testa dagli albori della nostra storia, una sera in cui era venuto a Pavia a presentare il libro del nostro Presidente Andrea Reina, Un mercato diverso.
Da allora tante cose sono mutate: sono cambiati i luoghi, le modalità e gli strumenti con cui lavoriamo, sono cresciute le persone che costituiscono la nostra Ad Gentes, ma i valori che ci guidano non sono cambiati. Sono vivi nel logo che ci accompagna da sempre: mani diverse - come diverse sono le esperienze da cui arriviamo - che si prendono cura del mondo in cui viviamo.
Al centro delle nostre attività ci sono prima di tutto gli artigiani con cui collaboriamo, l'ambiente in cui vivono, le famiglie e le comunità che li circondano.
É con loro il legame profondo e straordinario, il pulsare che sentiamo quotidianamente: i prodotti che vendiamo sono solo il risultato di questo legame, non il punto di partenza. Sono il mezzo con il quale restituiamo dignità alla vita di queste persone,
pagando un prezzo giusto che tiene in considerazione il valore dell'artigianalità e delle materie prime scelte con cura. Ma sono anche un messaggio per le persone che vivono nelle nostre città: quel Siate voce di chi non ha voce che continua a viaggiare insieme alle merci...
Il nostro quotidiano è fatto di studio, lavoro, fatica ma anche di incontri e scontri, scambi culturali e crescita: una vita professionale ricca di aspetti umani a cui abbiamo scelto di dedicarci con passione.
L'obiettivo è fissato in alto: l'acquisizione di competenze per i nostri artigiani, il miglioramento delle capacità, una ricerca fine di qualità in ogni cosa a cui diamo vita, mantenendo vive le tradizioni e le storie dei paesi in cui siamo.
Laddove diversità non è sinonimo di fragilità, ma ricchezza da cogliere e portare agli occhi dei nostri volontari e conoscenti.
Io definisco questo sistema economico 'peccato' - scrive Zanotelli nel 1998 nella prefazione del libro - perchè crea morte, una morte che tocco ogni giorno a Korogocho. Ecco perchè ritengo fondamentale un'alternativa, che non è ormai più un'alternativa utopica ma un'alternativa necessaria, se vogliamo sopravvivere.
Per noi il commercio equo e solidale rappresenta proprio quell'alternativa necessaria, una via d'uscita per una migliore redistribuzione delle risorse.